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Elisabetta Vera Graziani
Gestalt Counselor, MusicArTerapeuta, Educatrice alla Teatralità e Formatore
mercoledì 2 marzo 2022
mercoledì 7 ottobre 2020
GLI STILI PRENATALI
Approccio della MusicARTerapia nella Globalità dei Linguaggi alla gravidanza.
La MusicARTerapia nella Globalità dei Linguaggi è una disciplina della comunicazione e dell’espressione nata dalla ricerca e dalla passione di Stefania Guerra Lisi. All’interno del paradigma della disciplina troviamo tra le teorie, la teoria degli Stili Prenatali.
La teoria degli stili prenatali è la teoria del racconto del corpo e del "viaggio dell'eroe" che tutti, indipendentemente dallo stato psicofisico, razza, età,
ambiente socio-culturale abbiamo vissuto per venire alla Luce dal grembo materno.
«…già alla nascita ognuno di noi ha un bagaglio mnemonico sensoriale che sancisce la propria diversità: ciascuno di noi ha impresso nella propria storia percettiva memorie profonde che hanno origine dalla vita prenatale e che costituiscono la base di un ‘senso estetico personale’ legato a piacere o dispiacere registrati nel vissuto primario…»
S.Guerra Lisi
L’esperienza prenatale ci ha lasciato imprinting, im-pressioni che sensorialmente ci hanno accompagnato nella nostra crescita prenatale e che abbiamo acquisito nel «dialogo emo-tono-fonico» continuo con nostra madre.
«...il bambino nell’utero materno vive della madre: si nutre del suo sangue, del suo respiro, dei suoi pensieri, delle sue emozioni, dei suoi sentimenti, dei suoi sogni. Essi formano un’unita fisica, psichica e spirituale al di là di ogni forma di apparenza di separazione in due entità diverse…»Margherita Soattin, Ostetrica Musicoterapeuta
Tutti abbiamo sperimentato la vita intrauterina per circa nove mesi, tutti abbiamo vissuto nel grembo materno come un grande orecchio costantemente in ascolto attivo dei suoni e ritmi prenatali (battito cardiaco, ritmo respiratorio, movimenti dei liquidi amniotici, vibrazioni della voce materna e altri suoni esterni alla madre).
Ma l’ascolto attivo non è stato solo dei suoni e ritmi; attraverso la pelle, vero e proprio organo di percezione, abbiamo ricevuto sensazioni, emozioni e movimenti che ci hanno plasmato psico-fisicamente, dopodiché siamo nati, siamo usciti... dal buio alla luce... dall’acqua all’aria, nel viaggio più difficile mai intrapreso in vita nostra: IL VIAGGIO DELL’EROE.
Il racconto del corpo inizia nel momento del concepimento quando uno spermatozoo raggiunge l’ovulo poi ci sono sette fasi che sono caratterizzate e differenziate in base a cosa succede nel corpo che cresce e al tipo di movimento sperimentato e prodotto.
Queste sette fasi sono dette Stili perché secondo la MusicARTerapia si possono ritrovare nelle varie arti ed espressioni (pittura, scultura, musica, danza e movimento corporeo) e costituiscono la base di un “linguaggio universale” inconscio e legato al vissuto prenatale.
1° Fase/Stile: CONCENTRICO PULSANTE
periodo: «dell’annidamento» cioè dal concepimento fino al 14° giorno (circa).
cosa succede: si stabilizza la regolarità sincronica e la vita diventa «sicura» e «annidata». Moltiplicazione (per suddivisione)delle cellule.
tipo di movimento: non attivo verso l’esterno ma «interiormente pulsante». forma: punto
Metaforicamente il 1° stile concentrico ci richiama all’immagine del mandala che irradia dal centro e si sviluppa poi in «proliferazioni» circolari, distinte eppure connesse……il Mandala che ci riporta alla CON.CENTR.AZIONE «unione» verso un «centro».
Ogni forma meditativa che ci porta attenzione e azione verso il centro interno.
2° Fase/Stile: DONDOLONATE
periodo: fino alla terza settimana (circa)
cosa succede: la morula è «passiva» e viene mossa dallo spostamento del liquido
tipo di movimento: ondulatorio.
forma: onda
Metaforicamente il 2° stile dondolante ci richiama al piacere di essere dondolati, cullati, trasportati…il piacere di lasciarsi andare ad un appagamento «gratuito» che non ha desiderio.
3° Fase/Stile: MELODICO
periodo: dalla terza alla tredicesima settimana (circa)
cosa succede: cominciano a crescere gli arti ed ad aumentare il volume dell’embrione che inizia a muoversi prima il tronco poi anche i piccoli arti.
tipo di movimento: «natatorio»
forma: linee «sinusoidali»
Metaforicamente il 3° stile melodico ci richiama al piacere di esplorare lo spazio e produrre effetti sull’ambiente…
4° Fase/Stile: ROTEANTE
periodo: dalla 13° settimana al 4° mese (circa)
cosa succede: sviluppo graduale degli arti e maggiore tonicità del movimento porta ad un’articolazione sempre più ampia fino al rotolamento del corpo intero.
tipo di movimento: circolare e roteante
forma: vorticosa e circolare
Metaforicamente il 4° stile roteante ci riporta al piacere del rotolamento e della libertà di azione corporea…
5° Fase/Stile: RITMICO STACCATO
periodo: 5° e 6° mese (circa)
cosa succede: il volume del corpo è aumentato e ha fattezze umane; arti con mani e piedi gli permettono di toccare le pareti del ventre materno.
tipo di movimento: di tipo «stellare» poiché ci si muove con gli arti per toccare il “confine materno” e poi per tornare a sé in un continuo “misurarsi con l’altro”..
forma: retta che va e ritorna ad un punto, «stellare»
Metaforicamente il 5° stile ritmico staccato ci porta al senso del confine e all’idea di desiderio dell’uomo che va dalla ricerca di rassicurazione (di trovare qualcosa che già conosco e che mi aspetto) e curiosità e stupore (di trovare qualcosa di diverso e inaspettato).
6° Fase/Stile: IMMAGO-AZIONE
periodo: dal 7° mese (circa) fino alla nascita
cosa succede: aumento del volume del corpo che gli impedisce il movimento libero come prima: lo spazio è molto stretto.
tipo di movimento: movimento delle immagini psichiche durante il sonno fetale (studi su tracciati di elettroencefalogramma di madre e bambino risultano uguali), le immagini «sentite» (non quelle viste!) forma: caotica e immagini sovrapposte
Metaforicamente il 6° stile dell’immago-azione ci porta all’immaginazione che si sviluppa quando ci «sentiamo prigionieri» in una situazione in cui non possiamo muoverci…
7° Fase/Stile: CATARTICO
periodo: travaglio e nascita
cosa succede: «percezione di un cambiamento ritmico e metabolico che determina uno stato di ipersensibile ascolto all’imminenza»
Il primo distacco dell’arco dorsale dalla parete dell’utero permette l’entrata nel canale vaginale e per la prima volta un direzionamento entro uno spazio obbligato «con la sensazione di essere in balia di forze occulte». E’ la prima volta, ora nella nascita, che piacere e sofferenza (eros e thanatos) si vivono contemporaneamente. Passaggio dalla dimensione liquida a quella «aerea» con forza di gravità.
Metaforicamente ogni volta che viviamo un trauma, una profonda difficoltà in cui ci sentiamo schiacciati e verso il «rischio di morte» ritorniamo al 7° stile catartico, alla sensazione di «pericolo» durante il travaglio e alla possibilità di ri-uscire e quindi di ri-nascere trasformando il dolore in una «nuova vita di luce»…
Bibliografia
S.Guerra Lisi, G. Stefani (1999) "Gli Stili Prenatli nelle arti e nella vita" Clueb Edizioni (successivamente Ed Borla)
S.Guerra Lisi (a cura di) "Progetto Persona", Ed. Armando
S.Guerra Lisi (2006) "Globalità dei Linguaggi. Manuale di MusicArTerapia" Carocci Faber Ed.
Giovanelli Giuliana (1997) "Prenascere, nascere e rinascere. Lo sviluppo neuropsicologico nei primi mesi di vita", La Nuova Scientifica,
lunedì 11 marzo 2019
Week-end Detox e Meditazione nella Foresta Sacra 29-31 MARZO 2019
Ospiti di Asqua, un tipico rifugio di montagna situato all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi, potremo ritrovare relax e benessere psicofisico attraverso la cura dell’alimentazione e la pratica della meditazione.
Mangeremo cibo vegetariano/vegano, prevalentemente crudo, accompagnato da tisane e estratti detox affinché il corpo possa depurarsi, alleggerirsi e sintonizzarsi con le energie della primavera appena iniziata.
Sperimenteremo diverse pratiche meditative nel cuore della Foresta Sacra, dove l’energia e la vibrazione emanata dalla natura sono veramente terapeutiche.
Meditazioni in movimento e attive, in camminata, vipassana, mindfulness, visualizzazioni rilassanti e forest bathing (“bagnarsi nella foresta”) ci daranno la possibilità di conoscere diverse pratiche che potranno diventare buone abitudini quotidiane nella vita di ogni giorno.
Durante il soggiorno possibilità di consulenze individuali di Fiori di Bach e Tarocchi del Maestro Interiore a prezzi agevolati.
Alloggio in camerate e per chi lo desidera può portare e alloggiare nella propria tenda.
Arrivo dal pomeriggio del venerdì con inizio attività dalla cena e conclusione la domenica pomeriggio.
Il lavoro sarà guidato e accompagnato da Elisabetta Vera Graziani, ricercatrice e sperimentatrice, (formatrice, gestalt counselor, facilitatrice A.M.A., musicarterapeuta nella Globalità dei Linguaggi)
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CV consultabile su elisabettaveragraziani.blogspot.com
COSTO DEL SEMINARIO COMPRESO VITTO (dalla cena del venerdì al pranzo della domenica) E ALLOGGIO
-220 euro (200 euro se con propria tenda)
-180 euro (160 se con propria tenda) con prenotazione entro il 22 marzo. Versamento di caparra di 50 euro non rimborsabile in caso di disdetta ma solo se non verrà raggiunto il numero minimo di partecipanti previsto.
Per info e prenotazioni
Elisabetta Vera Graziani
Cell: 347 1031011
Mail: bettagraziani@hotmail.com
giovedì 28 febbraio 2019
Verso un nuovo mondo
Basta ai maestri o sedicenti tali, che credono di sapere oggettivamente come devono andare le cose.
Basta sentir dire quella frase "te la stai raccontando" o "me la sto raccontando".
Basta alle saccenze distribuite come se nessun altro avesse mai vissuto su questa terra.
Basta con i giudizi e le critiche.
Non è questa la strada per guidare l'umanità. Non è questa la strada per aprire e toccare i cuori.
Fra non molto le cose cambieranno (2027).
Non ci saranno più leader. o perlomeno non ci sarà più la leadership che c'è ora.
Stiamo andando verso l'essenzialità. Lo senti?
Non ci saranno più maestri dotti e sapienti.
Ci saranno umili accompagnatori verso nuove consapevolezze.
Questa è la direzione. La strada è chiara e grande.
La natura ce lo sta dicendo. La natura ce lo sta chiedendo.
Tutti questi disastri ambientali e umani.
Cosa potrebbe succedere peggio di così?
Riesci ad immaginarlo?
Ecco, la senti la paura che blocca ogni movimento?
E la senti la rabbia verso questa umanità che si sta auto-distruggendo?
Senti la paura e la rabbia per tutte le violenze, i soprusi, gli omicidi?
E per tutte le devastazioni, i terremoti, le alluvioni, gli incendi?
E ti accorgi di come la mente avida di parole non sa lasciare il silenzio?
Parole, parole, parole, discorsi...parole, parole, parole, discorsi.
Dov'è il silenzio?
Basta giudicare, accusare, criticare, ti prego.
Sotto la rabbia c'é un mare di dolore e di paura...,le senti?
Sotto la saccenza, c'è un fiume di insicurezza, ..ti accorgi?
Vai lì, stai dentro e non uscire fino a quando non li hai sentiti.
Stai fermo, non parlare, ascoltati te.
Stai in quel dolore, navigaci, sentilo.
Troverai un porto che aprirà la strada a nuovi mondi.
Stai dentro a quel dolore e troverai la compassione.
Stai in quella paura, senti il fiato corto, l'aria che manca, la vista che si appanna.
Guardati allo specchio e vedila lì, nei tuoi occhi.
Troverai una luce, ...di un tesoro prezioso e la sua mappa lucida e chiara: l'essenzialità.
Cosa conta davvero per te? Per cosa vale la pena di vivere? Cosa ti dà la vera gioia?
Stai lì, in quel senso di insicurezza, di non sapere davvero come stanno le cose..
Stai lì, come una formica davanti all'immensità della vita.
Stai lì davanti alla consapevolezza di non sapere e... scopri la potenza dell'umiltà.
La vera umiltà del cuore.
Compassione, essenzialità ed umiltà.
E' qui che va l'umanità.
Radicarsi, centrarsi, connettersi.
Con amore.
Siamo tutti umani. Siamo tutti in viaggio.
Con amore
giovedì 21 febbraio 2019
Guida alla scoperta del nostro lato oscuro
"Il piccolo libro dell'ombra" è davvero un piccolo ma prezioso tesoro.
Il lungo sacco che ci tiriamo dietro
Abbiamo alle nostre spalle un lungo e invisibile sacco che abbiamo riempito durante la nostra vita.
Iniziamo a riempirlo da bambini: tutto quello che di noi non piaceva ai nostri genitori, per non perdere il loro amore, lo abbiamo messo dentro.
Poi ci abbiamo aggiunto quello che non piaceva alla maestra.
Poi quello che non piaceva ai nostri coetanei.
e poi la società, la cultura, la religione...
e poi così..andando avanti nel corso della vita ci siamo abituati a mettere parti di noi in questo lungo sacco, ...per essere accettati, amati, inclusi.
Ecco che abbiamo il nostro carico che ci portiamo dietro.
Ogni giorno.
In ogni momento.
In ogni incontro.
Noi con il nostro sacco, lungo, pieno ed invisibile incontriamo gli altri...a loro volta carichi del loro lungo e pieno sacco.
Ad un certo punto succede che il sacco pesa davvero tanto, troppo e cerchiamo svuotarlo, di portar fuori quello che c'è dentro....
Esilio, la caccia e il recupero dell'Ombra
...quando la sostanza esce dal nostro sacco viene proiettata fuori carica di quell'aggressività propria di chi è stato inascoltato per anni. Ma insieme all'aggressività c'è anche tutta l'energia e il talento che vi sono celati.
Quindi ad un certo punto la nostra anima lo sa che quelle parti, quelle Ombre vanno recuperate. Dentro vi è tutto il potere dei nostri talenti, rinnegati per un pasto d'amore e d'approvazione.
Ecco che ad un certo punto l'incontro con gli altri ci schiaccia dei bottoni creandoci disagio.
Nel primo stadio della proiezione nessun problema, l'altro è o fa qualcosa che non ci piace. La colpa è sua.
Al secondo stadio succede qualcosa: le parti dell'ingranaggio non combaciano più bene come prima.
Nel testo descrive un episodio in cui un genitore si accorge che la sua reazione rispetto ad un "errore" del figlio è esagerata.
Ecco quando ci accorgiamo che la reazione a ciò che ci disturba e ci crea disagio è esagerata, l'ingranaggio della proiezione inizia a vacillare.
Chi è nel viaggio verso di sé sa bene che quando il cambiamento sta per avvenire ...il nostro ego salta come una cavalletta per riportare tutto al posto originario.
Perciò entriamo nel terzo stadio. La nostra mente con le sue giustificazioni cerca di far tacere il rumore degli ingranaggi che non si incastrano più.
Anche qui un esempio: quando i discepoli sono scossi da un comportamento incongruente del proprio guru e incominciano a giustificarlo ricorrendo alle divagazioni mentali.
Ad un certo punto può succedere che siamo esausti in tutto questo lavoro di mantenere maschere a combaciare con il volto altrui e improvvisamente GUARDIAMO DENTRO NOI STESSI E VEDIAMO LA NOSTRA DIMINUZIONE.
Ci accorgiamo all'improvviso che ci siamo rimpiccioliti anno dopo anno.
E poi succede. Recuperiamo il mostro. La nostra Ombra. Scopriamo che in quello che abbiamo dato via di noi stessi c'è una parte di energia e di talento che ci appartiene.
"...è necessario riprendersi la strega per essere in grado di mangiare una parte sostanziale della nostra Ombra. E quando incominciamo a riprenderci l'autorità rifiutata o proiettata e a mangiarla, Saturno fa la sua comparsa; le nostre passioni si fanno più profonde e la malinconia, che è sempre un segno di Saturno e del recupero dell'Ombra, apporta allo spirito la sua sofferenza e la sua apertura. Entriamo in contatto con i limiti; e i limiti incominciano ad apparirci come una parte di noi stessi e una naturale funzione della vita".
Ecco che la persona che ha mangiato la propria Ombra non esprime più la rabbia...ma quello che ci sta sotto, il dolore.
L'oscurità contiene intelligenza, nutrimento e perfino informazioni, dicevano gli antichi. Ecco che la persona che si è nutrita della propria Ombra ha più energia e intelligenza.
Ma come si fa in pratica a mangiare l'Ombra?
Ritornare al Corpo, il nostro primo veicolo di apprendimento.
- Acuire udito, olfatto, gusto e tatto;
- Creare dei vuoti nelle proprie abitudini;
- Visitare tribù primitive;
- Fare musica;
- Modellare nella creta linee spaventose;
- Suonare uno strumento a percussione;
- Stare da soli per un mese;
- Giocare con se stessi e i propri ruoli.
Liberamente tratto e divagato da
"Il piccolo libro dell'ombra. Guida alla scoperta del nostro lato oscuro" di Robert Bly
Con amore
Elisabetta
mercoledì 20 febbraio 2019
Amicizia
"Chi vuol conservare un amico osservi queste tre cose:
l'onori in presenza,
lo lodi in assenza,
e l'aiuti nel bisogno." Cit web
Davvero basta questo?!
A me no :)
Sono esigente, lo sono sempre stata e nonostante mi sia ammorbidita negli anni ci sono alcuni punti che restano fermi.
Punto primo fondamentale:
Il mio sentire è la mia bussola.
Permettermi di essere quella che sono e di seguire quello che sento...è un lusso che ho deciso di donarmi ogni giorno. Come una promessa, decisa altrove..in altri tempi in altri luoghi.
A volte tutto scorre liscio.
A volte mi incastro. (...che a volte la mente si mette in mezzo a fare i suoi giri!)
Faccio surf con le mie onde emozionali e ho imparato...e ancora sto imparando... a dare valore alle mie emozioni distaccandomi dai frulli di giudizio che la mia mente ancora vuole dare.
Assaporo il succo di un esperienza...il gusto che mi rimane in bocca.
Ne voglio ancora..oppure no?
Cerco di trovare un punto di contatto tra i miei bisogni e quelli dell'altro.
A volte ci riesco bene. A volte no.
L'amicizia platonica è una cosa, quella vissuta nella realtà è un altra.
E' chiaro che stili di vita diversi, hanno bisogni diversi rispetto l'amicizia.
E' chiaro che i confini non sono sempre così netti, ci sono anche le sfumature, ma...
Non mi basta essere onorata in presenza. Ho bisogno che ci sia quella presenza.
Non mi basta dire che siamo amic*. Ho bisogno di vivere l'amicizia.
Con amore <3
Elisabetta