mercoledì 4 dicembre 2013

…la parola FINE… L’importanza dei “buoni” distacchi e delle “buone” separazioni






“Ogni fine richiama il suo inizio…e ogni esperienza ha bisogno di una buona chiusura
…questo è quello che penso e che mi “succede”  ogni volta che “chiudo” una porta, un capitolo, una collaborazione, un’amicizia, una lezione, una seduta con un cliente come anche un percorso di gruppo…
Se dopo un colloquio di counseling o un lavoro di gruppo non ci fosse la parte conclusiva di preparazione al distacco e di rielaborazione di ciò è stato fatto…la metà del lavoro andrebbe perso nelle parole e nelle emozioni lasciate al vento…
“Cosa mi porto dell’esperienza? …. Cosa invece lascio che non mi è servito?” …sono domande che aiutano a vedere chiaramente che un passo è stato fatto, un nutrimento è arrivato, il cambiamento c’è stato...sempre e comunque!
…che sia una consapevolezza nuova, un insight…come anche un dolore inaspettato che ci apre comunque ad una nuova strada da percorrere o invece ad una vecchia da abbandonare….
In Gestalt si dice “post-contatto”…quel momento in cui si “saluta”  l’esperienza vissuta portando valore all’esperienza stessa e a ciò che ci ha donato: serve anche per dare modo al “vuoto fertile” di arrivare affinché ci sia spazio per una nuova esperienza…
E quando Claudia mi ha comunicato la decisione di concludere l’esperienza della rivista… la prima cosa che ho pensato è stata….ok ora mi preparo a salutare “L’Edizione”.
Prepararsi alla separazione non è facile (…e per mia esperienza è difficile sia nel caso l’esperienza abbia avuto una valenza positiva sia negativa.. )
Certo… ho sentito tristezze dentro di me…qualcosa che finisce, dopo che finisce…non ci sarà più e al suo posto ci sarà un “vuoto”…
Ma ora nonostante il velo di tristezza…sento la gioia del cambiamento…per Claudia  e anche per me.
E questa preparazione alla separazione mi fa sentire di essere dentro al cambiamento nel momento stesso in cui spontaneamente ripenso a me prima di questa esperienza.
Ripenso al mio primo articolo e incomincio a ripercorrere questi 4 anni di collaborazione …e a rendermi conto di quanti cambiamenti è stata partecipe e testimone questa rivista.
E dunque…Cosa mi porto di questa esperienza?
Prima di tutto mi porto l’amicizia con Claudia, una donna che stimo e a cui voglio bene.
Mi porto l’idea, ma anche l’esperienza.., che i sogni che facciamo su noi stessi davvero si possono realizzare nel tempo… se facciamo esperienza di consapevolezza e seguiamo il nostro processo di crescita con amore, meraviglia, dedizione, gratitudine e rispetto.
Mi porto il senso di fiducia che ho imparato ad avere nei miei confronti e che ho sentito da parte di Claudia nel lasciarmi completamente libera di esprimermi ogni volta.
Mi porto il coraggio di fare scelte.
Mi porto la voglia di seminare e la consapevolezza che saper aspettare porta sempre frutti di un lavoro intenso…anche se diversi da quelli che mi aspettavo…e infatti…
… cosa lascio?
…il mio bisogno di ricevere un feedback dai lettori… e le mie aspettative su questa esperienza.
Ho raccolto fiori splendidi e frutti gustosi molti diversi da quelli che pensavo… e ne sono davvero molto grata.
Bene è giunta l’ora…
Ciao “L’Edizione”… GRAZIE DI TUTTO.
Ti abbraccio con il cuore e con un sorriso…
Elisabetta Vera


Dalla rivista "l'Edizione" n° 26 Novembre/Dicembre [Edizioni Farnedi], ultimo numero.

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