lunedì 9 dicembre 2013

...un pranzo di famiglia...


passo tratto da "Metagenealogia. La famiglia, un tesoro e un tranello."
                                                                              di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa



"... Analizziamo una situazione tipica durante un pranzo di famiglia. Al momento del dolce, la torta è divisa in parti esattamente uguali tra genitori, fratelli e sorelle. Apparentemente è tutto perfetto. Ma ad un tratto uno dei figli reclama ancora una fetta di torta - e non ce n'è più. Sotto pressione a causa dello scarto tra il limite materiale e la richiesta del bambino che non ammette limiti, si possono verificare diverse situazioni inadeguate.

A livello di una Coscienza sommaria, i genitori scocciati e rivali dei propri figli, in quanto la loro richiesta li rimanda alle proprie carenze personali, risponderanno:

  • "Ma chi ti credi di essere? Non c'è nessun motivo per cui tu debba averne più degli altri."
  • "Beh non ce n'è più. Le cose stanno così, non si può avere sempre tutto dalla vita."
  • "non ne hai mai abbastanza! E comunque sei troppo grasso."                                                              
Sono tutte reazioni aggressive che incrinano l'autostima del bambino.


Al secondo livello (di Coscienza), i genitori benintenzionati ma incapaci di risolvere il problema si sentiranno in colpa per non essere dei "bravi genitori" e potrebbero reagire nel modo seguente:

  • "Mi dispiace, non ce n'è più...Avrei dovuto farne una più grande": una reazione piena di buona volontà, ma con l'inconveniente di mettere il genitore in una condizione di svantaggio, il che è angosciante per il bambino.
  • "Tutti ne hanno avuti parti uguali"...il che riduce la condivisione ad un frazionamento materiale in cui ciascuno riceve la stessa cosa, negoziando così l'individualità individuale.
  • "Prendi, ti do la mia parte, non ho più fame" ...evidentemente tutti gli altri saranno gelosi della preferenza manifestata.
  • "Vuoi un po' di cioccolato? Un biscotto?" ..precedendo la richiesta del bambino senza ascoltare coa c'è dietro e riducendola al desiderio di qualcosa di dolce.

La risposta di un genitore in Coscienza è in realtà un processo d'ascolto che comincia con la domanda" Hai ancora fame?" Il bambino, restituito della propria sovranità ma non a un'illusoria onnipotenza, può allora esprimere i suoi bisogni.
Se ha davvero fame, gli si domanderà "Visto che la torta è finita che cosa ti piacerebbe mangiare adesso?" Una volta saziato (se questo è il suo bisogno) si dovrà ritornare alla domanda iniziale ("un supplemento di dolce"), stavolta in senso figurato, perchè in realtà nasconde una richiesta d'affetto. 
Questo "supplemento" potrà concretizzarsi in un "buono per una fetta di torta" che potrà barattare a suo piacimento, e quando ne sentirà il bisogno, con una fetta di altro dolce, una coccola un giocattolo, una mezz'ora di cartoni animati o qualche attività a sua scelta, con l'accordo dei genitori.

...........

Ma sotto la richiesta del bambino può celarsi anche l'esigenza di essere amato più degli altri. Infatti quando la famiglia non ha saputo proporre una condivisione autentica, ciascun membro si sente frustrato e per via delle carenze, sviluppa un bisogno nevrotico di divorare l'attenzione genitoriale. Non si tratta di avere quello di cui si ha bisogno, ma di avere "tutto". In tal caso è bene insegnare al bambino il significato della condivisione e della collettività. Ritornando all'esempio della torta, potrebbe essere utile fargli la seguente proposta. "Visto che non c'è abbastanza torta, ti insegno a farla. Così in futuro, potrai averne di più se lo desideri". Si troverà allora il tempo di fare le spese necessarie insieme al bambino e poi in cucina con i fratelli e le sorelle in qualità di testimoni e assistenti- se lo desiderano- gli si insegnerà a fare la torta che sarà orgoglioso di condividere con tutta la famiglia"




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